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Classica. Silvia D'Augello ci parla di musica in 6 appuntamenti.

11-02-2021 18:58 - CULTURA
Splendida iniziativa dell'Università la Sapienza di Roma che ci dona 6 conversazioni di Silvia D'Augello dedicate ad altrettanti celebri brani del repertorio classico.

Gli appuntamenti sono fruibili gratuitamente in diretta internet dal sito dell'Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC) ogni giovedì alle 18, dal 4 febbraio all'11 marzo, ma resteranno visibili anche fuori orario a questo indirizzo.

Riportiamo qui sotto un articolo sull'evento scritto da Maria Grazia Vasta. (L'articolo è anche scaricabile dal link in fondo a questa pagina)





Silvia D’Augello e i suoi “Fleurs”

Il 4 febbraio alle h. 18.00 ha avuto inizio un ciclo di sei eventi musicali on line (non in diretta, quindi recuperabili), con intento divulgativo e a cadenza settimanale, a cura della pianista e musicologa Silvia D’Augello (giovane amica del Simposio di Lavinio, dove spesso ha regalato le sue performance), chiamati da lei con il bel titolo “Fleurs”.

Essi vertono sulla spiegazione e l’esecuzione di brani importanti della musica classica e più recente, il primo dei quali, ”Arabeske Op.18 in Do major” (1839) del compositore Robert Schumann, ci porta in piena epoca romantica e, nonostante sia descritto dallo stesso musicista come “un'opera femminile”, “debole e per signore”, in realtà mostra l’alternanza, nell’animo di ogni essere umano, di speranza e malinconia, all’insegna della mutevolezza dell’animo poetico e di una delicata sensibilità non estranee all’autore stesso.

La lectio di Silvia non è stata solo magistralis: penso che anche gli addetti ai lavori siano rimasti incantati dalla capacità didattica e umana d’illustrare puntualmente, ma con un approccio vivace, gli elementi che si susseguono in questa composizione, scritta in forma di rondò, con refrains, rimandi al tema iniziale ricchi di varianti, esposti da lei come se fossero dinamiche narrative di un romanzo e insieme preziosi simbolismi che trapelano da un’opera pittorica.

L’opera, da elegante ricamo e passando per momenti più sostenuti nel ritmo, finisce con una coda definita da un’eco d’ineffabile estatica poesia e divina malinconia, svelandone la vera chiave di lettura e portandoci in una dimensione “altra” e atemporale, di sogno.
Lei ha nominato ghirlande, ritorni, espansioni, ripetizioni, diversioni, micro-alterazioni, intenzioni nascoste, echi, poesia, etc…, con una proprietà da narratrice navigata e un’espressività da fine attrice, attirando l’attenzione dello “spettatore” (che non sarà più solo un “uditore” di musica) con un eloquio derivato da una profonda conoscenza della musica, ma colorato e intercalato da pause, cambi di tono e di volume della voce e delicati sorrisi, non solo da brava insegnante, ma anche da artista a tutto tondo.

In breve tempo lei riesce ad introdurci nel mondo dell’autore e quando inizia l’esecuzione ci scopriamo a fare collegamenti e a riconoscere passaggi che altrimenti sarebbero sfuggiti all’attenzione, dando una possibilità in più di goderne. Le sue mani sapienti volano sulla tastiera, lievi o forti a seconda dello spartito e dell’interpretazione, e alla fine di tutto ci si scopre con i brividi addosso, sommersi da tanta bellezza.
In conclusione, dopo aver assistito ad una sua lezione e apprezzato la sua esecuzione musicale, qualcosa si aggiunge al nostro spirito e alla nostra piccola o grande cultura, rendendo imperdibili gli appuntamenti con l’eccellente musicista.

di Maria Grazia Vasta, febbraio 2021

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