Infatti il sistema deve essere costantemente disponibile ed efficiente a prescindere se il singolo utente lo utilizzi o meno.
In altre parole, quando stipulo un contratto di fornitura elettrica dovrò pagare una certa quota fissa anche se non accendo mai una lampadina; e questo perché, se voglio che la mia lampadina sia sempre pronta ad accendersi in qualunque momento io lo decida, è necessario che vi sia tutta una struttura sempre attiva e funzionante.
Questo criterio viene tradotto pari pari in soldi nelle nostre bollette. Lo si riconosce facilmente leggendo il dettaglio della fattura quando il prezzo invece che in euro per ogni kilowattora (E/kwh), è calcolato in tot euro al mese (E/mese).
Vediamo allora quanto pesano prendendo il caso di una utenza domestica di residenti la cui bolletta del bimestre agosto-settembre ammontava a 72 euro (la bolletta in realtà era di 90 euro ma i 18 euro aggiuntivi si riferiscono al canone TV che non ha nulla a che fare con le tariffe elettriche).
Anzitutto osserviamo che i
72 euro sono la somma di
41,21 per ENERGIA;
16,73 per TRASPORTO;
7,39 per ONERI di SISTEMA;
6,69 per IMPOSTE
Scendendo in dettaglio scopriamo poi che ogni voce è formata un po’ da euro per ogni kwh consumato e un po’ da euro per ogni mese trascorso.
In particolare la parte ENERGIA:
ha come quota fissa mensile 3,85 euro a cui si aggiungono 11-13 centesimi per ogni kilowattora consumato.
Quest’ultimo importo viene fissato ogni 3 mesi dall’agenzia governativa preposta a questo compito (la ARERA) in base al prezzo del combustibile sui mercati internazionali.
Totale: 41,21 euro (di cui 7,70 fissi)
La parte TRASPORTO:
ha come quota fissa mensile 1,71 euro a cui si aggiungono altri 1,77 euro per ogni kw di potenza dell’impianto, sempre per ogni mese: nel nostro caso, essendo un contatore da 3kw la quota mensile è di 5,31 euro (1,77x3).
A questi si aggiunge meno di un centesimo (0,89 centesimi) per ogni kilowattora consumato.
Totale: 16,73 euro (di cui 14,10 fissi)
La parte ONERI di SISTEMA:
si calcola solo sui kilowattora consumati e pesa per 2 centesimi e mezzo per ciascun kwh.
Totale: 7,39 euro
La parte IMPOSTE:
è quasi totalmente formata dall’IVA (pari al 10% dei totali visti finora).
Ad essa viene aggiunta una tassa particolare (detta accisa) pari a 2 centesimi per kilowattora.
Totale 6,69 euro
Vale la pena osservare che la ripartizione fra costi fissi e costi legati al consumo effettivo segue un criterio molto logico.
Infatti le spese di manutenzione degli impianti (voce TRASPORTO) sono quasi totalmente di tipo fisso.
Essi non dipendono infatti dal fatto che uno utilizzi o meno la rete ma solo dalla necessità di tenerla efficiente.
Mentre quelle legate alle attività di produzione della corrente (voce ENERGIA) vengono fatturati quasi completamente in base ai consumi del singolo utente.
Ultima osservazione: il costante diffondersi di nuove tecnologie per produrre elettricità (dalla luce del sole, dal vento, dalle maree) sta comportando il progressivo abbandono delle centrali che bruciano gas, carbone o gasolio.
Questo, oltre all’importantissimo merito ecologico, ha un effetto virtuoso sul costo della bolletta.
Attualmente in Italia le suddette fonti (complessivamente dette “rinnovabili” perché non comportano consumo di materia prima) contribuiscono alla produzione nazionale di elettricità per circa il 45%, un ottimo risultato che continua a crescere.
--------------
claudio tondi
2021