Che parte hanno le piattaforme in questo? Netflix ha recentemente dichiarato che le sale cinematografiche non sono un obiettivo, il loro focus è sempre stato e resta il catalogo. I servizi di streaming creano palinsesti che intercettano target differenti: commedie romantiche, action, true crime, reality.
Nel frattempo invece i grandi studios come Warner e Disney, per far fronte alle sfide della pirateria, dello streaming e del covid, hanno investito fette sempre più ampie dei loro capitali su titoli in grado di raggiungere il pubblico più ampio possibile; hanno puntato quasi unicamente sui cinecomic, sui remake e sui sequel:
Il Re Leone, La Sirenetta, Spider-Man, i vari capitoli di
Star Wars, Barbie e Wonka.
In effetti certe buone performance al botteghino segnalano un’inversione di rotta che confermerebbe essere di nuovo conveniente il passaggio in sala per queste categorie di prodotti.
Ecco allora che per riempire le sale con poca spesa entra in gioco anche qui il “catalogo”: la Warner Bros e le altre case cinematografiche hanno aperto i magazzini dei loro grandi classici per riproporli al cinema. Si sono rivisti Il Cacciatore (1979), Psycho (1960), I Guerrieri della notte (1979), Il Padrino (1972), Frankenstein Junior (1974), Titanic (1997), la Trilogía del Signore degli Anelli…
Harry Potter e la pietra filosofale, riuscito in sala a dicembre 2021, nel ventesimo anniversario del film, ha incassato quasi due milioni di euro; nel 2022 la riedizione di Avatar ha guadagnato oltre 3 milioni di euro.
Certo però le sale cinematografiche non possono sopravvivere solo con le mega produzioni ma per fortuna i successi di film medio piccoli come C’è ancora domani, Perfect Days e Air–La Storia del grande salto indicano una interessante inversione di tendenza.
Il pubblico, si pensava una volta, avrebbe disertato la sala in favore dell’home video, in favore della pirateria, in favore dello streaming. Eppure questo non è successo. È come se il pubblico, avendo più scelta, sia diventato più esigente. Andare in sala è oggi una spesa mirata, qualcosa per cui andare a colpo sicuro. Questo spiega le positive nuove uscite di grandi autori come Nolan e Wim Wenders.
Ci sono poi da aggiungere le repliche del grande cinema d’essai da poter finalmente vedere su grande schermo in versione dignitosa: capolavori come L’arpa birmana o la Trilogia dei Colori di Kieslowski vengono accolti con nostalgia dalla generazione Millennial, quella dei non più giovani ma non ancora anziani.
Insomma se le varie piattaforme ambiscono sempre più ad ottenere lo status di “cinema”, i cinema, dai multisala a quelli d’oratorio, potrebbero diventare una specie di tv condivisa con un palinsesto di novità e repliche. Insomma l’archivio è il futuro.
Claudio Tondi
[libera sintesi dell’articolo di Lorenzo Peroni pubblicato il 5 Febbraio 2024 sul sito Rivistastudio.com]